È notte fonda. Mentre il compagno di cella dorme, un detenuto costruisce un
cappio rudimentale con un lenzuolo e lo usa per togliersi la vita. Succede a
Lecce, una manciata di giorni fa, protagonista un uomo originario del barese che
scontava la sua pena nel carcere di Borgo San Nicola. Sabato mattina, alle 10,
le volontarie e i volontari del penitenziario hanno organizzato un sit-in
davanti ai cancelli dell’istituto. Le condizioni della casa circondariale sono
state spesso considerate difficili, ma nell’ultimo periodo la situazione è
diventata “drammatica”, come racconta a Ilfattoquotidiano.it Davide Piccirillo,
avvocato e attivista che da tempo collabora con Antigone Puglia.
Il 2024 è stato già l’annus horribilis delle carceri italiane, con 91 suicidi.
Sono scesi a poco più di 70 nel 2025. Nel carcere di Lecce sono stati due solo
nell’ultimo mese, qualche settimana fa era toccato a un ragazzo senegalese.
Antigone dice che questo mese sarebbe in realtà “il terzo, se contiamo anche
quello di una persona che è poi morta in ospedale”. Il penitenziario di Lecce –
che è il più grande della Puglia, la regione col tasso di affollamento (160,5%)
più alto d’Italia con 4.500 detenuti a fronte di circa 2.900 posti – “dovrebbe e
potrebbe ospitare massimo 800 detenuti, 798 per la precisione, ma ce ne sono
anche sopra i 1.400. E a inizio dell’anno, nel 2025, erano 1.200″. E col
sovraffollamento si generano problemi “qualitativi e quantitativi” come “carenza
di spazio, la carenza di trattamenti, la carenza di agenti, la carenza di
personale generale, la carenza di personale medico e psichiatrico”, dice
Piccirillo. Nelle carceri italiane stanno tornando di moda per via del
sovraffollamento anche i letti a castello a tre. Si dorme “alle volte a 20
centimetri, anche a 15 centimetri dal soffitto”.
Il problema “è sistemico, è chiaro, ma è un problema anche di sentire comune”
cioè – sostiene – di come la gente vuole e chiede venga represso un crimine. E
con il decreto Sicurezza e le nuove pene, esiste il rischio che il
sovraffollamento peggiori. Nonostante le nuove carceri da costruire previste dal
governo, che probabilmente non basteranno perché “ora siamo a circa 64.000
detenuti, ci sono quasi 20.000 detenuti in più di quelli che ci dovrebbero
essere, quindi nel 2027 ci saranno 10.000 posti in più, se va bene, e ce ne
sarebbero comunque 10.000 in sopra organico”, spiega Piccirillo.
Antigone, e associazioni simili, non sono state le uniche a denunciare la
situazione. Infatti, secondo la Sappe – il sindacato degli agenti penitenziari –
il carcere salentino starebbe vivendo “il momento più drammatico e critico della
sua storia” proprio a causa del sovraffollamento. Il suicidio dell’uomo sarebbe
avvenuto, dalla ricostruzione sindacale, con un solo poliziotto a controllo
della sezione, un reparto precauzionale che ne richiederebbe almeno due. Questo
dipenderebbe dalle poche unità del carcere leccese in cui “per 1.400 ristretti
risultano amministrate circa 570 unità, da cui depennare le decine e decine di
poliziotti a disposizione dell’ospedale militare”, e ciò comporterebbe ritmi di
lavoro “impressionanti, per 12 ore ed oltre al giorno”. Il sindacato ha inviato
una lettera al prefetto di Lecce, alla sindaca Adriana Poli Bortone e ai
parlamentari e senatori eletti nel territorio salentino, ma dice di non aver
ricevuto nessuna risposta.
Non è chiaro se il sit-in di domani mattina vedrà la partecipazione anche di
agenti o rappresentanti della polizia penitenziaria. Ci sarà di sicuro la
garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale,
Maria Mancarella, e sarà un evento aperto alla cittadinanza e a ogni
associazione. Antigone Puglia ha fatto sapere che parteciperà e la sua
presidente, Maria Pia Scarciglia, ha dichiarato – come riporta Lecceprima – che
“se in una città come quella di Lecce si fossero suicidate tre persone in un
solo mese e mezzo, qualcuno sicuramente si sarebbe fatto qualche domanda sulle
possibili cause. E invece assistiamo a un silenzio assordante, anche da parte
delle istituzioni locali”.
L'articolo Lecce, secondo suicidio in carcere in meno di un mese: “Condizioni
drammatiche di sovraffollamento” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Lecce
“Chiedo scusa a tutti: alla mia famiglia, alle forze dell’ordine, a ogni
cittadino di Nardò”. Tatiana Tramacere, 27enne di Nardò che era data per
scomparsa ma si era allontanata volontariamente da casa, fa mea culpa sul suo
comportamento. In un’intervista integrale che andrà in onda questa sera sulla
trasmissione Chi l’ha visto, la giovane ha espresso il suo rammarico. La giovane
era scomparsa il 24 novembre scorso, scatenando immediatamente una mobilitazione
di parenti, amici e forze dell’ordine per cercarla. Era stato anche temuto il
peggio per la sua vita. Le ricerche si sono concluse undici giorni dopo, quando
la giovane è stata rintracciata poco distante dalla sua abitazione, nascosta
nella mansarda del suo amico Dragos Ioan Gheormescu.
La sua decisione di allontanarsi e simulare di fatto la scomparsa ha generato
forti polemiche e critiche, soprattutto per l’ansia e l’apprensione causata ai
familiari e alla comunità locale. La vicenda, pur senza sfociare in reati, ha
acceso un dibattito sulla responsabilità personale e sull’impatto emotivo di
simili gesti. L’intervista di Chi l’ha visto offrirà una ricostruzione diretta
dei motivi che hanno portato Tatiana a compiere questa scelta, fornendo al
contempo uno spazio in cui la giovane possa esprimere le proprie scuse e
spiegazioni, nell’ottica di chiudere una pagina delicata per lei e per chi le è
vicino.
Su Facebook, dove ha circa 9mila follower, sotto i post condivisi qualche mese
fa continuano a giungere commenti critici. Cancellato invece del tutto il suoi
profilo Instagram, sia quello principale con il suo nome, sia quello usato con
il nickname ‘cacciatrice di emozioni’. La Procura di Lecce sta facendo ulteriori
verifiche sulla versione dei due, che sembra concordare, però, sull’ipotesi
dell’allontanamento volontario. Al momento resta sequestrato il cellulare del
30enne.
L'articolo “Chiedo scusa a tutti”, Tatiana Tramacere chiude i profili social
dopo gli insulti e le critiche proviene da Il Fatto Quotidiano.
A Natale puoi… anche nasconderti in posti in cui non ti cercheranno mai: e alla
fine l’hanno trovato. A Galatone, in provincia di Lecce, un uomo di 39 anni è
stato arrestato all’interno del presepe in piazza. L’uomo, un cittadino del
Ghana, era in latitanza: su di lui pendeva un mandato di arresto per scontare
una condanna di 9 mesi e 15 giorni, emessa dalla Procura di Bologna per i reati
di lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.
Mentre passava di lì, il sindaco Flavio Filoni aveva notato uno strano dettaglio
nel presepe allestito in piazza Santissimo Crocifisso: uno dei pastorelli
sembrava muoversi. Acclarato che si trattava di una persona in carne e ossa, è
intervenuta la polizia. L’uomo è stato convinto a uscire dal presepe, ma
sembrava in uno stato confusionale. Preoccupati per la sicurezza pubblica, i
poliziotti hanno richiesto il supporto del Commissariato di Nardó. Arrivati sul
posto, gli agenti hanno identificato il latitante e l’hanno condotto al carcere
di Lecce.
L'articolo E’ latitante e si nasconde tra i pastorelli del presepe in piazza:
arrestato a Galatone proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Volevate trovarla morta…”. È l’incipit durissimo del lungo post pubblicato su
Facebook da Lorenzo Tramacere, cugino di Tatiana Tramacere, la 27enne di Nardò
scomparsa per undici giorni e ritrovata giovedì scorso in una mansarda a pochi
passi da casa, nell’abitazione dell’amico Dragos Ioan Gheormescu. Parole che
arrivano in un clima teso, mentre sui social si moltiplicano critiche e attacchi
nei confronti della ragazza, accusata da molti di aver organizzato un
allontanamento volontario senza pensare al dolore dei familiari e al
dispiegamento di forze per ritrovarla.
Il parente rifiuta questa narrazione e punta il dito contro chi, a suo dire,
“avrebbe preferito una tragedia, un colpo di scena”, perché “l’odio ha bisogno
di tragedie nuove da divorare”. Ricorda che Tatiana “è viva” e che questo
dovrebbe “bastare a fermare tutto il resto”. Ma soprattutto invita a non
giudicare: “Se davvero tutto ciò è stato frutto della sua volontà, dobbiamo
capire quale dolore, quale tempesta interna l’abbia travolta”.
La famiglia e i sospetti sul periodo di scomparsa
A non convincere i parenti, però, è proprio la versione di Tatiana, che ha
dichiarato ai carabinieri di essersi nascosta volontariamente nella casa di
Dragos, distante appena 500 metri dalla sua abitazione. La famiglia —
riferiscono alcune fonti — starebbe valutando una denuncia nei confronti del
30enne romeno, dal momento che non crede del tutto alla ricostruzione fornita
dalla giovane. Quando i carabinieri entrarono in casa, Tatiana era rannicchiata
in un armadio. “Non ho fatto niente”, avrebbe detto. Le sue condizioni hanno
scioccato i genitori: “L’abbiamo trovata denutrita, sofferente, smagrita. Non si
reggeva in piedi”, ha dichiarato il padre Rino Tramacere, aggiungendo di non
sapere se la ragazza sia stata maltrattata. “Ce lo siamo chiesti, sì”, ammette.
Dragos cambia avvocato e si difende
Nel frattempo Dragos ha cambiato legale. Il nuovo avvocato dovrà verificare gli
atti, mentre il 30enne ribadisce la sua versione: “Il forte sentimento reciproco
tra me e Tatiana non mi ha fatto ben comprendere le conseguenze di questa nostra
avventura. Ho voluto tutelarla nelle sue scelte personali”. Il suo precedente
avvocato, Angelo Greco, ha sottolineato che non ci sono elementi per configurare
reati: “Nessun maltrattamento, e l’allontanamento era volontario”. Gli
inquirenti hanno escluso il sequestro di persona già la sera del ritrovamento.
IL SILENZIO DI TATIANA E IL PESO DELL’ESPOSIZIONE PUBBLICA
Tatiana, intanto, non parla. Né con gli investigatori, né con la famiglia. La
27enne, seguitissima sui social per le sue poesie, si è “chiusa in un silenzio
quasi totale”, come spiega il padre Rino, che racconta una figlia “sconvolta”,
isolata nella sua stanza e sopraffatta dagli attacchi online: “Certe
insinuazioni le fanno male. Soffre fino alle lacrime”. Il cugino Lorenzo insiste
sul tema della fragilità: “Tatiana è una ragazza fragile, confusa, che ha
vissuto qualcosa che nessuno ha compreso. Anche se avesse fatto tutto di sua
volontà, merita rispetto”. E avverte: “Le parole pesano. Possono spezzare. Una
ragazza sommersa dall’odio può cadere in un buco nero”.
GLI SVILUPPI DELL’INDAGINE
Dragos è tornato al lavoro come gommista. Il suo cellulare, sequestrato
inizialmente perché era caduta l’ipotesi d’istigazione al suicidio, è ancora al
vaglio degli inquirenti e potrebbe chiarire gli ultimi aspetti di una vicenda
ancora avvolta da domande. La famiglia, intanto, chiede soltanto silenzio e
protezione: “Bisogna proteggerla”, ribadisce il padre, preoccupato dalle
continue speculazioni che circolano sulla vicenda.
L'articolo “Volevate trovarla morta…”, lo sfogo del cugino di Tatiana Tramacere.
Non esclusa una denuncia contro l’amico Dragos proviene da Il Fatto Quotidiano.
Forse il caso di Tatiana Tramacere, sparita per undici giorni e ritrovata in
casa di un amico a Nardò, non può considerarsi del tutto chiuso. L’assenza di
reati – si era aperto un fascicolo per istigazione al suicidio che verrà
archiviato – non chiarisce ancora cosa sia successo veramente. Rino Tramacere
parlando con la stampa è chiaro: “Non c’è tempo da perdere, dobbiamo
riappropriarci della nostra serenità. Abbiamo attraversato le tenebre e rivisto
il sole, all’improvviso. Solo un padre può capire cosa significa ritrovare una
figlia sana e salva dopo avere convissuto con la paura di averla persa”. Una
ragazza riemersa da un apparente isolamento volontario che ora “si è chiusa
nella sua stanza, non vuole vedere nessuno. Non parla, non chiede nulla, è
ancora sotto choc.
IL RITORNO
Il rientro a casa non è stato semplice. “Quando siamo andati a riprendercela è
stato drammatico. Era sofferente, smagrita, senza forze. Non riusciva a reggersi
in piedi. L’abbiamo dovuta sorreggere”. Cosa sia accaduto in quella casa in cui
è rimasta per undici giorni, nessuno lo sa ancora. “Non comprendiamo perché
fosse ridotta così. Ma ora importa solo che sia con noi”. La 27enne è stata
trovata nascosta in un armadio nell’abitazione di Dragos Gheormescu, 30 anni,
con cui aveva iniziato una relazione che la famiglia ignorava completamente.
Dragos sostiene che lei fosse con lui per sua scelta: “Non ho fatto niente di
male, abbiamo fatto tutto insieme”, avrebbe detto Tatiana ai carabinieri subito
dopo il ritrovamento. Parole che hanno portato la Procura a ridimensionare le
accuse iniziali.
I DUBBI DELLA FAMIGLIA
Ma in casa Tramacere i dubbi restano forti. E ad esprimerli è il fratello
Vladimir: “Non siamo affatto convinti che mia sorella abbia organizzato tutto
come leggiamo sui giornali”. Alcuni hanno ipotizzato che la ragazza volesse
aumentare il suo numero di follower sui social. Su Dragos, il giudizio è
sospeso: “Non conosco questo ragazzo – dice il padre – l’ho visto una sola volta
per cinque minuti. Non posso giudicarlo”, mentre Vladimir ha una visione
diversa: “Sì, abbiamo sentito la sua versione… è meglio che sto zitto».
L’ONDA DEGLI INSULTI E LA PRESSIONE DEL PAESE
Se la famiglia si stringe attorno a Tatiana, fuori la pressione è forte.
“Attaccano persino me dicendo che la colpa è mia perché la nascondo. Ma io non
nascondo niente: la proteggo” spiega il fratello. Tatiana intanto ha riacceso il
telefono e legge ciò che si scrive. “Molte cose le fanno male – racconta il
padre – specie certe insinuazioni, le ricostruzioni fantasiose, i giudizi
buttati sui social da gente che non sa nulla. Le fanno male fino alle lacrime”.
IL MISTERO DEGLI UNDICI GIORNI
Resta un interrogativo: cosa è accaduto in quelle undici giornate trascorse a
soli 500 metri da casa? Tatiana guardava in tv gli appelli dei suoi familiari;
seguiva perfino l’intervista del suo ex fidanzato Mino, il carabiniere con cui
avrebbe voluto ricucire la relazione. Ma non è più salita su quell’autobus che
doveva portarla da lui a Brescia. Le telecamere del paese invece l’hanno
immortalata mentre si allontanava sottobraccio a Dragos, verso l’appartamento
dove poi sarebbe rimasta fino al blitz dei carabinieri. Di spiegazioni, per ora,
non ne arrivano. “Le abbiamo chiesto cosa sia successo, ma resta in silenzio e
piange – spiega il padre – Parlerà quando se la sentirà”. L’avvocato Tommaso
Valente conferma che quelle prime dichiarazioni non sono mai state verbalizzate.
“Speriamo che i carabinieri facciano tutte le verifiche. Perché quello che è
successo in quegli undici giorni, in quella casa, nessuno lo sa ancora” incalza
il giovane. Il padre però si dice certo che “tornerà la nostra Tatiana di
sempre: solare, felice, con tanta voglia di vivere. Dobbiamo solo proteggerla”.
L'articolo “Era smagrita e sofferente. Speriamo che i carabinieri facciano tutte
le verifiche”, la famiglia di Tatiana Tramacere chiede di indagare proviene da
Il Fatto Quotidiano.
Prima la scomparsa, poi la fake news sulla morte e il linciaggio dalla folla
rischiato dall’amico. E ora, dopo il ritrovamento della ragazza, potrebbe
archiviata l’inchiesta per istigazione al suicidio aperta dagli inquirenti che
indagano sul caso. Dragos Ioan Gheormescu, l’amico romeno che ha ospitato
Tatiana Tramacere, è stato sentito dai carabinieri dopo il ritrovamento avvenuto
ieri. Anche per gli investigatori, si è trattato di un allontanamento
volontario.
L’amico ha anche letto un messaggio davanti alla tv: “Il forte sentimento
reciproco tra me e Tatiana che si è consolidato di fatto in questi giorni non mi
ha fatto ben comprendere le conseguenze, anche di natura pubblica, derivanti da
questa nostra avventura, che ripeto era di comune accordo. Ho voluto tutelare
Tatiana nelle sue scelte personali di cambiare vita”. Dei commenti sono arrivati
anche da parte del fratello di Tatiana: “Sta bene ma ora ha bisogno di pace; non
le abbiamo fatto domande: sarà lei quando se la sentirà a raccontarci”.
La famiglia Tramacere e L’intera comunità di Nardò (Lecce) dopo undici giorni
hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Tatiana è sempre stata a Nardò,
hanno confermato le immagini delle telecamere di videosorveglianza che l’hanno
ripresa mentre entrava nella palazzina con l’amico Dragos il 24 novembre. Da
quel luogo non è più uscita, fino a quando i carabinieri sono entrati, temendo
di trovarsi di fronte ad una scena del crimine, trovandola viva e in salute.
Resta il mistero sulle ragioni che l’avrebbero indotta a farlo. Tra le ipotesi
quella che l’abbia fatto per aumentare il numero dei suoi follower sui social.
Alla soluzione del “giallo”, gli inquirenti sono giunti attraverso indagini
tecniche. Dalla denuncia della famiglia, quattro giorni dopo la scomparsa della
ragazza, i carabinieri hanno acquisito i video delle telecamere intorno alla
zona dove era stata vista per l’ultima volta, un parco a poche centinaia di
metri da casa. La ricerca e l’analisi dei video non è stata immediata, perché un
forte temporale aveva mandato in tilt le telecamere pubbliche e quindi hanno
dovuto cercare gli impianti privati. Tra il 2 e il 3 dicembre gli investigatori
sono riusciti a trovare i frame che ritraevano la ragazza e l’amico allontanarsi
dal parco e poi entrare in casa di lui. Da quel luogo, hanno rivelato le
immagini dei quattro giorni successivi, Tatiana non è più uscita.
Ventiquattr’ore dopo hanno deciso di entrare nell’appartamento con gli
specialisti del Ris.
L'articolo Tatiana Tramacere, nessun reato per l’allontanamento volontario: il
caso verso l’archiviazione proviene da Il Fatto Quotidiano.
Sarebbe stato trovato il cadavere di Tatiana Tramacere, la 27enne scomparsa da
Nardò il 24 novembre. Il corpo, secondo quanto riportano alcuni media locali,
sarebbe stato trovato in Contrada Fumo Nero in agro di Galatone.
Intanto i Ris dei Carabinieri sono a casa del 30enne Dragos-Ioan Gheormescu per
svolgere un’approfondita perquisizione. Dragos è formalmente indagato per
istigazione al suicidio. Il 30enne sta raggiungendo il comando provinciale dei
carabinieri di Lecce per essere interrogato. È lui l’ultima persona che avrebbe
visto Tatiana Tramacere il giorno della sua scomparsa. Da allora non si hanno
più notizie di lei. All’esterno dell’abitazione di Dragos è arrivato anche il
fratello di Tatiana, Vladimir, che piange disperatamente.
Articolo in aggiornamento
L'articolo “Trovato il corpo di Tatiana Tramacere”, la 27enne scomparsa da
Nardò. I Ris a casa dell’amico Dragos proviene da Il Fatto Quotidiano.
È ormai dal 24 novembre che non si hanno notizie di Tatiana Tramacere, scomparsa
quel giorno da Nardò, nel leccese. La ragazza è uscita di casa alle 15,30
riferendo alla madre di avere un impegno di lavoro a Lecce. Ha portato con sé
solo il telefono e i documenti e da allora nessuno l’ha più vista.
Tatiana è alta 1.55, ha lunghi capelli rossi lisci e occhi azzurri. Al momento
della scomparsa indossava un cappotto grigio e dei jeans. Le forze di polizia
sono al lavoro per geolocalizzare lo smartphone della giovane, che risulta
spento. La donna lavora nel campo della pubblicità su Internet, spesso da casa,
ma viaggia spesso per la sua attività. Ancora in corso i controlli sul
territorio, con l’invito a riferire nel caso informazioni utili al 112. La
prefettura di Lecce ha aperto un tavolo tecnico per coordinare le ricerche.
Intanto Ornella, madre di Tatiana, si dice molto preoccupata così come il padre
Rino. In un intervista al Tg1 la donna dice: “Le è capitato qualcosa, se no si
sarebbe fatta sentire. Il telefono risulta spento, è proprio morto. Tatiana, se
ci vedi torna a casa, non ti preoccupare. Ti aspettiamo a braccia aperte”. La
27enne, originaria dell’Ucraina e adottata da bambina, è descritta come una
giovane sveglia, intelligente e indipendente. Sul suo profilo Instagram spicca
la passione per la poesia, con alcuni versi personali pubblicati attraverso dei
post sotto i quali, già da giorni, si sono accumulati diversi commenti che
invitano la giovane a tornare a casa e sperano in un felice epilogo. Le sue
pagine social sono seguite da migliaia di persone e anche questi elementi sono
al centro dell’attività dei carabinieri.
Tra le ipotesi della scomparsa anche la volontà espressa a genitori e conoscenti
da parte della ragazza di raggiungere l’ex fidanzato a Brescia. “Infatti aveva
fatto i biglietti – dice Ornella – Voleva vedere se riallacciava”. Tra i versi
dell’ultima poesia pubblicata, in data 21 novembre, c’è scritto: “Ci siamo
allontanati per capire se il filo si spezzava. Ma quello che ho capito, a ogni
passo lontano da te, è che il filo non era teso per farmi cadere: era teso per
riportarmi a te. Ogni volta. Senza rumore. Senza richiesta. Senza condizioni”.
Intanto il comune di Nardò ha messo a disposizione una foto e le informazioni
della ragazza. Il sindaco della cittadina Pippi Mellone ha scritto: “Tatiana non
si allontana mai senza avvisare la famiglia, per questo la preoccupazione cresce
di ora in ora. È uscita da casa nel pomeriggio. Il suo telefono è spento. Le
ricerche continuano senza sosta. La Prefettura e le forze dell’ordine stanno
controllando tutto il territorio. Se l’avete vista o avete informazioni chiamate
subito il 112. Anche un piccolo dettaglio può fare la differenza”. Anche suo
padre Rino, infine, lancia in lacrime un appello: “Che ritorni a casa”.
L'articolo Tatiana Tramacere scomparsa, continuano le ricerche della 27enne. La
madre: “Le è capitato qualcosa” proviene da Il Fatto Quotidiano.
SI fa strada l’ipotesi dell‘omicidio-suicidio, per spiegare i due morti in
provincia di Lecce: un bimbo di 8 anni, Elia Perrone, deceduto a Calimera e la
madre, Najoua Minnito, ritrovata senza vita in mare a Torre dell’Orso. Una
comunità sgomenta, quella del piccolo centro, per la doppia scoperta a poche ore
di distanza. Lo riporta il Quotidiano di Puglia, secondo cui il bimbo
presenterebbe segni di un omicidio e di una probabile morte traumatica. Sul
corpo ci sono ferite da arma da taglio e segni evidenti di strangolamento.
È stato il padre del piccolo di 8 anni a dare l’allarme ieri pomeriggio,
denunciando ai Carabinieri la scomparsa dell’ex moglie e del figlio. Il piccolo
è stato trovato in casa dagli agenti, nella stanza da letto. Poco prima un
sommozzatore aveva trovato in mare a Torre dell’Orso il corpo senza vita della
madre, La donna, originaria della provincia di Reggio Calabria, aveva 35 anni e
viveva insieme al figlio (separata dal marito) nell’appartamento in via
Montinari a Calimera. Qui in mattina è giunto il sindaco, Gianluca Tommasi.
Nelle prossime ore la procura di Lecce conferirà l’incarico per svolgere le due
autopsie.
L'articolo Lecce, trovati i corpi di madre e figlio a poche ore di distanza:
ipotesi omicidio-suicidio proviene da Il Fatto Quotidiano.