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Lecce, secondo suicidio in carcere in meno di un mese: “Condizioni drammatiche di sovraffollamento”
È notte fonda. Mentre il compagno di cella dorme, un detenuto costruisce un cappio rudimentale con un lenzuolo e lo usa per togliersi la vita. Succede a Lecce, una manciata di giorni fa, protagonista un uomo originario del barese che scontava la sua pena nel carcere di Borgo San Nicola. Sabato mattina, alle 10, le volontarie e i volontari del penitenziario hanno organizzato un sit-in davanti ai cancelli dell’istituto. Le condizioni della casa circondariale sono state spesso considerate difficili, ma nell’ultimo periodo la situazione è diventata “drammatica”, come racconta a Ilfattoquotidiano.it Davide Piccirillo, avvocato e attivista che da tempo collabora con Antigone Puglia. Il 2024 è stato già l’annus horribilis delle carceri italiane, con 91 suicidi. Sono scesi a poco più di 70 nel 2025. Nel carcere di Lecce sono stati due solo nell’ultimo mese, qualche settimana fa era toccato a un ragazzo senegalese. Antigone dice che questo mese sarebbe in realtà “il terzo, se contiamo anche quello di una persona che è poi morta in ospedale”. Il penitenziario di Lecce – che è il più grande della Puglia, la regione col tasso di affollamento (160,5%) più alto d’Italia con 4.500 detenuti a fronte di circa 2.900 posti – “dovrebbe e potrebbe ospitare massimo 800 detenuti, 798 per la precisione, ma ce ne sono anche sopra i 1.400. E a inizio dell’anno, nel 2025, erano 1.200″. E col sovraffollamento si generano problemi “qualitativi e quantitativi” come “carenza di spazio, la carenza di trattamenti, la carenza di agenti, la carenza di personale generale, la carenza di personale medico e psichiatrico”, dice Piccirillo. Nelle carceri italiane stanno tornando di moda per via del sovraffollamento anche i letti a castello a tre. Si dorme “alle volte a 20 centimetri, anche a 15 centimetri dal soffitto”. Il problema “è sistemico, è chiaro, ma è un problema anche di sentire comune” cioè – sostiene – di come la gente vuole e chiede venga represso un crimine. E con il decreto Sicurezza e le nuove pene, esiste il rischio che il sovraffollamento peggiori. Nonostante le nuove carceri da costruire previste dal governo, che probabilmente non basteranno perché “ora siamo a circa 64.000 detenuti, ci sono quasi 20.000 detenuti in più di quelli che ci dovrebbero essere, quindi nel 2027 ci saranno 10.000 posti in più, se va bene, e ce ne sarebbero comunque 10.000 in sopra organico”, spiega Piccirillo. Antigone, e associazioni simili, non sono state le uniche a denunciare la situazione. Infatti, secondo la Sappe – il sindacato degli agenti penitenziari – il carcere salentino starebbe vivendo “il momento più drammatico e critico della sua storia” proprio a causa del sovraffollamento. Il suicidio dell’uomo sarebbe avvenuto, dalla ricostruzione sindacale, con un solo poliziotto a controllo della sezione, un reparto precauzionale che ne richiederebbe almeno due. Questo dipenderebbe dalle poche unità del carcere leccese in cui “per 1.400 ristretti risultano amministrate circa 570 unità, da cui depennare le decine e decine di poliziotti a disposizione dell’ospedale militare”, e ciò comporterebbe ritmi di lavoro “impressionanti, per 12 ore ed oltre al giorno”. Il sindacato ha inviato una lettera al prefetto di Lecce, alla sindaca Adriana Poli Bortone e ai parlamentari e senatori eletti nel territorio salentino, ma dice di non aver ricevuto nessuna risposta. Non è chiaro se il sit-in di domani mattina vedrà la partecipazione anche di agenti o rappresentanti della polizia penitenziaria. Ci sarà di sicuro la garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, Maria Mancarella, e sarà un evento aperto alla cittadinanza e a ogni associazione. Antigone Puglia ha fatto sapere che parteciperà e la sua presidente, Maria Pia Scarciglia, ha dichiarato – come riporta Lecceprima – che “se in una città come quella di Lecce si fossero suicidate tre persone in un solo mese e mezzo, qualcuno sicuramente si sarebbe fatto qualche domanda sulle possibili cause. E invece assistiamo a un silenzio assordante, anche da parte delle istituzioni locali”. L'articolo Lecce, secondo suicidio in carcere in meno di un mese: “Condizioni drammatiche di sovraffollamento” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Chiedo scusa a tutti”, Tatiana Tramacere chiude i profili social dopo gli insulti e le critiche
“Chiedo scusa a tutti: alla mia famiglia, alle forze dell’ordine, a ogni cittadino di Nardò”. Tatiana Tramacere, 27enne di Nardò che era data per scomparsa ma si era allontanata volontariamente da casa, fa mea culpa sul suo comportamento. In un’intervista integrale che andrà in onda questa sera sulla trasmissione Chi l’ha visto, la giovane ha espresso il suo rammarico. La giovane era scomparsa il 24 novembre scorso, scatenando immediatamente una mobilitazione di parenti, amici e forze dell’ordine per cercarla. Era stato anche temuto il peggio per la sua vita. Le ricerche si sono concluse undici giorni dopo, quando la giovane è stata rintracciata poco distante dalla sua abitazione, nascosta nella mansarda del suo amico Dragos Ioan Gheormescu. La sua decisione di allontanarsi e simulare di fatto la scomparsa ha generato forti polemiche e critiche, soprattutto per l’ansia e l’apprensione causata ai familiari e alla comunità locale. La vicenda, pur senza sfociare in reati, ha acceso un dibattito sulla responsabilità personale e sull’impatto emotivo di simili gesti. L’intervista di Chi l’ha visto offrirà una ricostruzione diretta dei motivi che hanno portato Tatiana a compiere questa scelta, fornendo al contempo uno spazio in cui la giovane possa esprimere le proprie scuse e spiegazioni, nell’ottica di chiudere una pagina delicata per lei e per chi le è vicino. Su Facebook, dove ha circa 9mila follower, sotto i post condivisi qualche mese fa continuano a giungere commenti critici. Cancellato invece del tutto il suoi profilo Instagram, sia quello principale con il suo nome, sia quello usato con il nickname ‘cacciatrice di emozioni’. La Procura di Lecce sta facendo ulteriori verifiche sulla versione dei due, che sembra concordare, però, sull’ipotesi dell’allontanamento volontario. Al momento resta sequestrato il cellulare del 30enne. L'articolo “Chiedo scusa a tutti”, Tatiana Tramacere chiude i profili social dopo gli insulti e le critiche proviene da Il Fatto Quotidiano.
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E’ latitante e si nasconde tra i pastorelli del presepe in piazza: arrestato a Galatone
A Natale puoi… anche nasconderti in posti in cui non ti cercheranno mai: e alla fine l’hanno trovato. A Galatone, in provincia di Lecce, un uomo di 39 anni è stato arrestato all’interno del presepe in piazza. L’uomo, un cittadino del Ghana, era in latitanza: su di lui pendeva un mandato di arresto per scontare una condanna di 9 mesi e 15 giorni, emessa dalla Procura di Bologna per i reati di lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Mentre passava di lì, il sindaco Flavio Filoni aveva notato uno strano dettaglio nel presepe allestito in piazza Santissimo Crocifisso: uno dei pastorelli sembrava muoversi. Acclarato che si trattava di una persona in carne e ossa, è intervenuta la polizia. L’uomo è stato convinto a uscire dal presepe, ma sembrava in uno stato confusionale. Preoccupati per la sicurezza pubblica, i poliziotti hanno richiesto il supporto del Commissariato di Nardó. Arrivati sul posto, gli agenti hanno identificato il latitante e l’hanno condotto al carcere di Lecce. L'articolo E’ latitante e si nasconde tra i pastorelli del presepe in piazza: arrestato a Galatone proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Volevate trovarla morta…”, lo sfogo del cugino di Tatiana Tramacere. Non esclusa una denuncia contro l’amico Dragos
“Volevate trovarla morta…”. È l’incipit durissimo del lungo post pubblicato su Facebook da Lorenzo Tramacere, cugino di Tatiana Tramacere, la 27enne di Nardò scomparsa per undici giorni e ritrovata giovedì scorso in una mansarda a pochi passi da casa, nell’abitazione dell’amico Dragos Ioan Gheormescu. Parole che arrivano in un clima teso, mentre sui social si moltiplicano critiche e attacchi nei confronti della ragazza, accusata da molti di aver organizzato un allontanamento volontario senza pensare al dolore dei familiari e al dispiegamento di forze per ritrovarla. Il parente rifiuta questa narrazione e punta il dito contro chi, a suo dire, “avrebbe preferito una tragedia, un colpo di scena”, perché “l’odio ha bisogno di tragedie nuove da divorare”. Ricorda che Tatiana “è viva” e che questo dovrebbe “bastare a fermare tutto il resto”. Ma soprattutto invita a non giudicare: “Se davvero tutto ciò è stato frutto della sua volontà, dobbiamo capire quale dolore, quale tempesta interna l’abbia travolta”. La famiglia e i sospetti sul periodo di scomparsa A non convincere i parenti, però, è proprio la versione di Tatiana, che ha dichiarato ai carabinieri di essersi nascosta volontariamente nella casa di Dragos, distante appena 500 metri dalla sua abitazione. La famiglia — riferiscono alcune fonti — starebbe valutando una denuncia nei confronti del 30enne romeno, dal momento che non crede del tutto alla ricostruzione fornita dalla giovane. Quando i carabinieri entrarono in casa, Tatiana era rannicchiata in un armadio. “Non ho fatto niente”, avrebbe detto. Le sue condizioni hanno scioccato i genitori: “L’abbiamo trovata denutrita, sofferente, smagrita. Non si reggeva in piedi”, ha dichiarato il padre Rino Tramacere, aggiungendo di non sapere se la ragazza sia stata maltrattata. “Ce lo siamo chiesti, sì”, ammette. Dragos cambia avvocato e si difende Nel frattempo Dragos ha cambiato legale. Il nuovo avvocato dovrà verificare gli atti, mentre il 30enne ribadisce la sua versione: “Il forte sentimento reciproco tra me e Tatiana non mi ha fatto ben comprendere le conseguenze di questa nostra avventura. Ho voluto tutelarla nelle sue scelte personali”. Il suo precedente avvocato, Angelo Greco, ha sottolineato che non ci sono elementi per configurare reati: “Nessun maltrattamento, e l’allontanamento era volontario”. Gli inquirenti hanno escluso il sequestro di persona già la sera del ritrovamento. IL SILENZIO DI TATIANA E IL PESO DELL’ESPOSIZIONE PUBBLICA Tatiana, intanto, non parla. Né con gli investigatori, né con la famiglia. La 27enne, seguitissima sui social per le sue poesie, si è “chiusa in un silenzio quasi totale”, come spiega il padre Rino, che racconta una figlia “sconvolta”, isolata nella sua stanza e sopraffatta dagli attacchi online: “Certe insinuazioni le fanno male. Soffre fino alle lacrime”. Il cugino Lorenzo insiste sul tema della fragilità: “Tatiana è una ragazza fragile, confusa, che ha vissuto qualcosa che nessuno ha compreso. Anche se avesse fatto tutto di sua volontà, merita rispetto”. E avverte: “Le parole pesano. Possono spezzare. Una ragazza sommersa dall’odio può cadere in un buco nero”. GLI SVILUPPI DELL’INDAGINE Dragos è tornato al lavoro come gommista. Il suo cellulare, sequestrato inizialmente perché era caduta l’ipotesi d’istigazione al suicidio, è ancora al vaglio degli inquirenti e potrebbe chiarire gli ultimi aspetti di una vicenda ancora avvolta da domande. La famiglia, intanto, chiede soltanto silenzio e protezione: “Bisogna proteggerla”, ribadisce il padre, preoccupato dalle continue speculazioni che circolano sulla vicenda. L'articolo “Volevate trovarla morta…”, lo sfogo del cugino di Tatiana Tramacere. Non esclusa una denuncia contro l’amico Dragos proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Lecce
“Era smagrita e sofferente. Speriamo che i carabinieri facciano tutte le verifiche”, la famiglia di Tatiana Tramacere chiede di indagare
Forse il caso di Tatiana Tramacere, sparita per undici giorni e ritrovata in casa di un amico a Nardò, non può considerarsi del tutto chiuso. L’assenza di reati – si era aperto un fascicolo per istigazione al suicidio che verrà archiviato – non chiarisce ancora cosa sia successo veramente. Rino Tramacere parlando con la stampa è chiaro: “Non c’è tempo da perdere, dobbiamo riappropriarci della nostra serenità. Abbiamo attraversato le tenebre e rivisto il sole, all’improvviso. Solo un padre può capire cosa significa ritrovare una figlia sana e salva dopo avere convissuto con la paura di averla persa”. Una ragazza riemersa da un apparente isolamento volontario che ora “si è chiusa nella sua stanza, non vuole vedere nessuno. Non parla, non chiede nulla, è ancora sotto choc. IL RITORNO Il rientro a casa non è stato semplice. “Quando siamo andati a riprendercela è stato drammatico. Era sofferente, smagrita, senza forze. Non riusciva a reggersi in piedi. L’abbiamo dovuta sorreggere”. Cosa sia accaduto in quella casa in cui è rimasta per undici giorni, nessuno lo sa ancora. “Non comprendiamo perché fosse ridotta così. Ma ora importa solo che sia con noi”. La 27enne è stata trovata nascosta in un armadio nell’abitazione di Dragos Gheormescu, 30 anni, con cui aveva iniziato una relazione che la famiglia ignorava completamente. Dragos sostiene che lei fosse con lui per sua scelta: “Non ho fatto niente di male, abbiamo fatto tutto insieme”, avrebbe detto Tatiana ai carabinieri subito dopo il ritrovamento. Parole che hanno portato la Procura a ridimensionare le accuse iniziali. I DUBBI DELLA FAMIGLIA Ma in casa Tramacere i dubbi restano forti. E ad esprimerli è il fratello Vladimir: “Non siamo affatto convinti che mia sorella abbia organizzato tutto come leggiamo sui giornali”. Alcuni hanno ipotizzato che la ragazza volesse aumentare il suo numero di follower sui social. Su Dragos, il giudizio è sospeso: “Non conosco questo ragazzo – dice il padre – l’ho visto una sola volta per cinque minuti. Non posso giudicarlo”, mentre Vladimir ha una visione diversa: “Sì, abbiamo sentito la sua versione… è meglio che sto zitto». L’ONDA DEGLI INSULTI E LA PRESSIONE DEL PAESE Se la famiglia si stringe attorno a Tatiana, fuori la pressione è forte. “Attaccano persino me dicendo che la colpa è mia perché la nascondo. Ma io non nascondo niente: la proteggo” spiega il fratello. Tatiana intanto ha riacceso il telefono e legge ciò che si scrive. “Molte cose le fanno male – racconta il padre – specie certe insinuazioni, le ricostruzioni fantasiose, i giudizi buttati sui social da gente che non sa nulla. Le fanno male fino alle lacrime”. IL MISTERO DEGLI UNDICI GIORNI Resta un interrogativo: cosa è accaduto in quelle undici giornate trascorse a soli 500 metri da casa? Tatiana guardava in tv gli appelli dei suoi familiari; seguiva perfino l’intervista del suo ex fidanzato Mino, il carabiniere con cui avrebbe voluto ricucire la relazione. Ma non è più salita su quell’autobus che doveva portarla da lui a Brescia. Le telecamere del paese invece l’hanno immortalata mentre si allontanava sottobraccio a Dragos, verso l’appartamento dove poi sarebbe rimasta fino al blitz dei carabinieri. Di spiegazioni, per ora, non ne arrivano. “Le abbiamo chiesto cosa sia successo, ma resta in silenzio e piange – spiega il padre – Parlerà quando se la sentirà”. L’avvocato Tommaso Valente conferma che quelle prime dichiarazioni non sono mai state verbalizzate. “Speriamo che i carabinieri facciano tutte le verifiche. Perché quello che è successo in quegli undici giorni, in quella casa, nessuno lo sa ancora” incalza il giovane. Il padre però si dice certo che “tornerà la nostra Tatiana di sempre: solare, felice, con tanta voglia di vivere. Dobbiamo solo proteggerla”. L'articolo “Era smagrita e sofferente. Speriamo che i carabinieri facciano tutte le verifiche”, la famiglia di Tatiana Tramacere chiede di indagare proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lecce
Tatiana Tramacere, nessun reato per l’allontanamento volontario: il caso verso l’archiviazione
Prima la scomparsa, poi la fake news sulla morte e il linciaggio dalla folla rischiato dall’amico. E ora, dopo il ritrovamento della ragazza, potrebbe archiviata l’inchiesta per istigazione al suicidio aperta dagli inquirenti che indagano sul caso. Dragos Ioan Gheormescu, l’amico romeno che ha ospitato Tatiana Tramacere, è stato sentito dai carabinieri dopo il ritrovamento avvenuto ieri. Anche per gli investigatori, si è trattato di un allontanamento volontario. L’amico ha anche letto un messaggio davanti alla tv: “Il forte sentimento reciproco tra me e Tatiana che si è consolidato di fatto in questi giorni non mi ha fatto ben comprendere le conseguenze, anche di natura pubblica, derivanti da questa nostra avventura, che ripeto era di comune accordo. Ho voluto tutelare Tatiana nelle sue scelte personali di cambiare vita”. Dei commenti sono arrivati anche da parte del fratello di Tatiana: “Sta bene ma ora ha bisogno di pace; non le abbiamo fatto domande: sarà lei quando se la sentirà a raccontarci”. La famiglia Tramacere e L’intera comunità di Nardò (Lecce) dopo undici giorni hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Tatiana è sempre stata a Nardò, hanno confermato le immagini delle telecamere di videosorveglianza che l’hanno ripresa mentre entrava nella palazzina con l’amico Dragos il 24 novembre. Da quel luogo non è più uscita, fino a quando i carabinieri sono entrati, temendo di trovarsi di fronte ad una scena del crimine, trovandola viva e in salute. Resta il mistero sulle ragioni che l’avrebbero indotta a farlo. Tra le ipotesi quella che l’abbia fatto per aumentare il numero dei suoi follower sui social. Alla soluzione del “giallo”, gli inquirenti sono giunti attraverso indagini tecniche. Dalla denuncia della famiglia, quattro giorni dopo la scomparsa della ragazza, i carabinieri hanno acquisito i video delle telecamere intorno alla zona dove era stata vista per l’ultima volta, un parco a poche centinaia di metri da casa. La ricerca e l’analisi dei video non è stata immediata, perché un forte temporale aveva mandato in tilt le telecamere pubbliche e quindi hanno dovuto cercare gli impianti privati. Tra il 2 e il 3 dicembre gli investigatori sono riusciti a trovare i frame che ritraevano la ragazza e l’amico allontanarsi dal parco e poi entrare in casa di lui. Da quel luogo, hanno rivelato le immagini dei quattro giorni successivi, Tatiana non è più uscita. Ventiquattr’ore dopo hanno deciso di entrare nell’appartamento con gli specialisti del Ris. L'articolo Tatiana Tramacere, nessun reato per l’allontanamento volontario: il caso verso l’archiviazione proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Lecce
Fake news
“Trovato il corpo di Tatiana Tramacere”, la 27enne scomparsa da Nardò. I Ris a casa dell’amico Dragos
Sarebbe stato trovato il cadavere di Tatiana Tramacere, la 27enne scomparsa da Nardò il 24 novembre. Il corpo, secondo quanto riportano alcuni media locali, sarebbe stato trovato in Contrada Fumo Nero in agro di Galatone. Intanto i Ris dei Carabinieri sono a casa del 30enne Dragos-Ioan Gheormescu per svolgere un’approfondita perquisizione. Dragos è formalmente indagato per istigazione al suicidio. Il 30enne sta raggiungendo il comando provinciale dei carabinieri di Lecce per essere interrogato. È lui l’ultima persona che avrebbe visto Tatiana Tramacere il giorno della sua scomparsa. Da allora non si hanno più notizie di lei. All’esterno dell’abitazione di Dragos è arrivato anche il fratello di Tatiana, Vladimir, che piange disperatamente. Articolo in aggiornamento L'articolo “Trovato il corpo di Tatiana Tramacere”, la 27enne scomparsa da Nardò. I Ris a casa dell’amico Dragos proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Carabinieri
Lecce
Tatiana Tramacere scomparsa, continuano le ricerche della 27enne. La madre: “Le è capitato qualcosa”
È ormai dal 24 novembre che non si hanno notizie di Tatiana Tramacere, scomparsa quel giorno da Nardò, nel leccese. La ragazza è uscita di casa alle 15,30 riferendo alla madre di avere un impegno di lavoro a Lecce. Ha portato con sé solo il telefono e i documenti e da allora nessuno l’ha più vista. Tatiana è alta 1.55, ha lunghi capelli rossi lisci e occhi azzurri. Al momento della scomparsa indossava un cappotto grigio e dei jeans. Le forze di polizia sono al lavoro per geolocalizzare lo smartphone della giovane, che risulta spento. La donna lavora nel campo della pubblicità su Internet, spesso da casa, ma viaggia spesso per la sua attività. Ancora in corso i controlli sul territorio, con l’invito a riferire nel caso informazioni utili al 112. La prefettura di Lecce ha aperto un tavolo tecnico per coordinare le ricerche. Intanto Ornella, madre di Tatiana, si dice molto preoccupata così come il padre Rino. In un intervista al Tg1 la donna dice: “Le è capitato qualcosa, se no si sarebbe fatta sentire. Il telefono risulta spento, è proprio morto. Tatiana, se ci vedi torna a casa, non ti preoccupare. Ti aspettiamo a braccia aperte”. La 27enne, originaria dell’Ucraina e adottata da bambina, è descritta come una giovane sveglia, intelligente e indipendente. Sul suo profilo Instagram spicca la passione per la poesia, con alcuni versi personali pubblicati attraverso dei post sotto i quali, già da giorni, si sono accumulati diversi commenti che invitano la giovane a tornare a casa e sperano in un felice epilogo. Le sue pagine social sono seguite da migliaia di persone e anche questi elementi sono al centro dell’attività dei carabinieri. Tra le ipotesi della scomparsa anche la volontà espressa a genitori e conoscenti da parte della ragazza di raggiungere l’ex fidanzato a Brescia. “Infatti aveva fatto i biglietti – dice Ornella – Voleva vedere se riallacciava”. Tra i versi dell’ultima poesia pubblicata, in data 21 novembre, c’è scritto: “Ci siamo allontanati per capire se il filo si spezzava. Ma quello che ho capito, a ogni passo lontano da te, è che il filo non era teso per farmi cadere: era teso per riportarmi a te. Ogni volta. Senza rumore. Senza richiesta. Senza condizioni”. Intanto il comune di Nardò ha messo a disposizione una foto e le informazioni della ragazza. Il sindaco della cittadina Pippi Mellone ha scritto: “Tatiana non si allontana mai senza avvisare la famiglia, per questo la preoccupazione cresce di ora in ora. È uscita da casa nel pomeriggio. Il suo telefono è spento. Le ricerche continuano senza sosta. La Prefettura e le forze dell’ordine stanno controllando tutto il territorio. Se l’avete vista o avete informazioni chiamate subito il 112. Anche un piccolo dettaglio può fare la differenza”. Anche suo padre Rino, infine, lancia in lacrime un appello: “Che ritorni a casa”. L'articolo Tatiana Tramacere scomparsa, continuano le ricerche della 27enne. La madre: “Le è capitato qualcosa” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lecce, trovati i corpi di madre e figlio a poche ore di distanza: ipotesi omicidio-suicidio
SI fa strada l’ipotesi dell‘omicidio-suicidio, per spiegare i due morti in provincia di Lecce: un bimbo di 8 anni, Elia Perrone, deceduto a Calimera e la madre, Najoua Minnito, ritrovata senza vita in mare a Torre dell’Orso. Una comunità sgomenta, quella del piccolo centro, per la doppia scoperta a poche ore di distanza. Lo riporta il Quotidiano di Puglia, secondo cui il bimbo presenterebbe segni di un omicidio e di una probabile morte traumatica. Sul corpo ci sono ferite da arma da taglio e segni evidenti di strangolamento. È stato il padre del piccolo di 8 anni a dare l’allarme ieri pomeriggio, denunciando ai Carabinieri la scomparsa dell’ex moglie e del figlio. Il piccolo è stato trovato in casa dagli agenti, nella stanza da letto. Poco prima un sommozzatore aveva trovato in mare a Torre dell’Orso il corpo senza vita della madre, La donna, originaria della provincia di Reggio Calabria, aveva 35 anni e viveva insieme al figlio (separata dal marito) nell’appartamento in via Montinari a Calimera. Qui in mattina è giunto il sindaco, Gianluca Tommasi. Nelle prossime ore la procura di Lecce conferirà l’incarico per svolgere le due autopsie. L'articolo Lecce, trovati i corpi di madre e figlio a poche ore di distanza: ipotesi omicidio-suicidio proviene da Il Fatto Quotidiano.
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