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Montanari attacca Meloni: “Odia la Costituzione, il suo governo ha cultura profondamente fascista” – Video
“Oggi siamo qui per la Costituzione, un progetto di società in cui i giudici non obbediscono al governo, ma alla legge. Una società giusta, che non deporta i migranti in Albania. Una società fondata sul lavoro e non sulla guerra. Una società che faccia pagare le tasse ai più ricchi e liberi i lavoratori dal lavoro povero. Ma il governo Meloni è un governo nemico della Costituzione. È un governo complice del genocidio di Gaza”. Lo ha detto il rettore e storico dell’arte Tomaso Montanari, sceso in piazza per lo sciopero generale di venerdì 12 dicembre. “Giorgia Meloni odia la Costituzione, che è antifascista dalla prima all’ultima riga. E il suo governo ha una cultura ancora profondamente fascista”. L'articolo Montanari attacca Meloni: “Odia la Costituzione, il suo governo ha cultura profondamente fascista” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Più libri più liberi, Montanari sul Nove: “Io sto con chi non va. Effetto boomerang? No, i fascisti sono già al governo del Paese”
Andare o non andare alla Fiera più libri più liberi dove è presente una casa editrice che pubblica libri nazifascisti? “Io sto con chi non va. Il fascismo e il nazismo non sono idee che hanno diritto di cittadinanza“. Così Tomaso Montanari ad Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi, in onda ogni sabato sul Nove con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi a proposito della polemica che ha visto contrapposte due “scuole di pensiero”: da una parte gli autori come Alessandro Barbero e Zerocalcare che, di fronte alla partecipazione di ‘Passaggio al Bosco’ hanno scelto di boicottare la fiera, dall’altra quella di altri scrittori, come Cacciari e Canfora che sostengono che non andare sia inutile, sciocco e controproducente. Nel giorno in cui alla fiera si è svolto anche un flash mob di protesta sulle note di Bella ciao, lo storico dell’arte ha spiegato: “Io avevo già messo in conto di non andare, per cui non faccio testo, ma non ci sarei andato. Capisco anche le ragioni degli altri però credo che non si tratti di andare via dal Parlamento, non è l’Aventino. Questo è una manifestazione commerciale. E siccome il punto problematico è l’Associazione italiana editori e il suo presidente Innocenzo Cipolletta, che ha candidamente dichiarato che questa è una fiera di idee e che tutte le idee sono benvenute, allora io dico no grazie, vado da un’altra parte: – ha proseguito – vado per esempio a Testo, a Firenze, a febbraio, in un’analoga manifestazione dove i nazisti non sono accolti. E’ un meccanismo fondamentale di autodifesa nel mondo del mercato, il metodo che hanno soprattutto le personalità più in vista per indurre se non per la Costituzione almeno per la prostituzione cioè, come dire, se non per i principi almeno per l’utile. Facciamo leva almeno sulle casse”. “Se questa casa editrice non viola la legge ed è deprecabile semplicemente sotto un punto di vista morale per quello che pubblica, non è rischioso che un’associazione, un ente che organizza una fiera cominci a valutare tu sì, tu no? Non sono metodi tipici di un’altra parte politica?”, ha chiesto Sommi. “No, io non credo. Credo che ci sia una sola idea che la nostra Costituzione proibisce. C’è una sola cosa che non si ha la libertà di professare in Italia, cioè il fascismo. Gustavo Zagrebelsky ha scritto che la Costituzione è anche un comando sui vinti, è un comando sui fascisti. I fascisti non l’hanno scritta la Costituzione, sono gli unici fuori e il fascismo e il nazismo non sono idee che hanno diritto di cittadinanza. Allora da questo punto di vista io credo che la magistratura si dovrebbe occupare del catalogo di Passaggio al bosco, che ricordo è l’editrice da cui sono usciti, per esempio, i picchiatori che hanno aggredito i ragazzi del liceo Michelangelo qua a Firenze. Non si tratta soltanto di libri si tratta del braccio editoriale di un movimento che ha come fine l’eversione dello Stato“. Montanari ha poi aggiunto: “Basta guardare cosa hanno in catalogo. Il punto è che queste idee non hanno diritto di cittadinanza e io credo che se non se ne occupa la magistratura, se ne deve occupare la coscienza delle persone perché queste manifestazioni sono a inviti e se la linea è quella della Costituzione allora tutti sono ammessi tranne i fascisti“. “Però il risultato è che questa casa editrice che nessuno conosceva, ora la conoscono tutti, quindi si è ottenuto l’effetto contrario”, ha ribattuto il conduttore. “Ma l’effetto contrario lo abbiamo ottenuto in altro modo. I fascisti sono al governo del paese, cioè non è che stiamo promuovendo idee sconosciute o marginali di una periferia del Paese, non stiamo in una perfetta democrazia in mano a sinceri democratici, non stiamo promuovendo dei bizzarri personaggi che nessuno conosce. Queste idee sono alla guida del Paese quindi ogni occasione per far capire in che mani siamo è benedetta dal mio punto di vista”, ha concluso Montanari. L'articolo Più libri più liberi, Montanari sul Nove: “Io sto con chi non va. Effetto boomerang? No, i fascisti sono già al governo del Paese” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Montanari a La7: “La leva volontaria prepara l’opinione pubblica all’idea che la guerra sia normale”
“Se nominiamo un mercante d’armi, un uomo che ha lavorato nel mercato delle armi, a fare il ministro della Difesa, il rischio è che succeda quello che Trump dice con onestà, visto che chiama il Pentagono il ministero della Guerra e non più della Difesa”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, che esprime una critica acerrima sulla proposta di “leva volontaria” annunciata da Guido Crosetto. L’idea del ministro è nota: istituire un servizio militare su base opzionale, rivolto solo a chi sceglie di partecipare, con l’obiettivo di creare una riserva ausiliaria dello Stato da schierare in caso di crisi — guerre ibride, cyber-attacchi, calamità naturali, emergenze. Il modello guarda alla Francia e alla Germania; i numeri in discussione prevedono una partenza con almeno 10mila volontari, per salire a 30-35mila nel medio periodo e potenzialmente a 50mila entro il 2035. Anche la durata sarebbe flessibile, inferiore all’anno, e potrebbe includere figure civili con competenze tecniche avanzate. Ma per Montanari la questione va oltre gli aspetti organizzativi: “Credo che questo governo, e non solo il nostro, stiano facendo di tutto per preparare l’opinione pubblica l’idea che la guerra è normale e che è inevitabile. Questo è un enorme errore che rischia di portarci alla guerra davvero. La nostra Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra, e non è un discorso per anime belle, chi l’ha scritto sapeva perfettamente che la guerra fa parte della vita, l’avevano fatta la guerra. Io – continua – temo che uno dei problemi è che la classe politica di oggi la guerra non l’ha fatta, non sa che cos’è. Erasmo da Rotterdam diceva “Dulce bellum inexpertis”, cioè la guerra sembra dolce a chi non sa che cos’è. E la nostra Costituzione ci dice di investire denaro, comunicazione, diplomazia, per estirpare l’idea che la guerra possa essere la soluzione”. La critica si intreccia con le ultime mosse dell’industria della difesa. Leonardo, il grande gruppo italiano dell’aerospazio, ha presentato in questi giorni un nuovo sistema antimissile battezzato “Cupola di Michelangelo”, o Michelangelo Dome: un apparato integrato che richiama simbolicamente la cupola michelangiolesca di San Pietro e tecnicamente l’Iron Dome israeliano. Montanari commenta: “La Leonardo chiama il nostro sistema di difesa che bisognerà costruire la cupola di Michelangelo, la Leonardo che fa la cupola di Michelangelo. Da storico dell’arte ho un senso di nausea“. Lilli Gruber ricorda che, secondo Crosetto, il nuovo sistema richiederà investimenti per 4,4 miliardi di euro nei prossimi anni. Il rettore rilancia: “Intanto vorrei capire se il Papa, proprietario della cupola di Michelangelo, di San Pietro, che ha parlato di una pace disarmata e disarmante, sia proprio contento di quest’uso. Però tutto questo ci dice qualcosa: il generale di De Gregori dice che la guerra è bella anche se fa male. Il messaggio che ci mandano è questo: dobbiamo militarizzarci. Ha detto anche che l’università deve far parte di un sistema che prepara la guerra. No, l’università prepara la pace.” Montanari mette in dubbio anche l’efficacia della leva volontaria come strumento di difesa nelle guerre ibride: “Ora, il punto è questo: cosa veramente vogliamo? La deterrenza militare serve se siamo disposti a farla la guerra. E chi la farà la guerra? L’ammiraglio Cavo Dragone dice che possiamo scagliare degli attacchi preventivi, cioè il responsabile della struttura militare della Nato: degli attacchi preventivi che però si possono considerare difensivi. E conclude: “Anche questo vorrei capire: se è la guerra ibrida, ci servono 10.000 soldati di leva, che non avranno nessun ruolo nella difesa cibernetica evidentemente? Cioè, c’è in realtà da un punto di vista culturale il tentativo di far passare l’idea che la guerra non abbia alternative. Ma quando succede questo, alla fine la guerra si fa davvero, la storia dice questo.” L'articolo Montanari a La7: “La leva volontaria prepara l’opinione pubblica all’idea che la guerra sia normale” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Montanari a La7: “A Gaza c’è ancora un genocidio a bassa intensità”. E sulla destra che rivendica Pasolini: “Ignoranti e violenti”
“A Gaza è un genocidio a bassa intensità che segue quello ad alta intensità, ma in realtà non si è mai fermato.” Sono le parole di Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che a Piazzapulita, su La7, ha presentato il suo nuovo libro Per Gaza (Feltrinelli), illustrato da Marco Sauro. Un libro concepito, racconta, per non permettere che l’attenzione pubblica scivoli altrove mentre l’Onu descrive la Striscia come “un abisso senza alcuna tregua in vista, minato ogni pilastro della sopravvivenza, cancellati 69 anni di sviluppo umano”. Montanari spiega che l’opera nasce dall’urgenza di custodire una memoria e un discorso che la cronaca tende a rimuovere. Tutti i diritti d’autore, insieme a una somma equivalente donata dall’editore, saranno devoluti alla CFTA, The Culture and Free Thought Association di Gaza, un’associazione laica guidata da donne che mantiene aperti ambulatori, consultori e spazi culturali in una delle aree più martoriate del pianeta. Nel corso della trasmissione, Montanari ripercorre la genesi del libro e la necessità di raccontare ciò che sta accadendo nella Striscia al di là delle dichiarazioni ufficiali: “Marco Sauro ha disegnato e io ho scritto questo libro anche perché sapevamo che ci sarebbe stato bisogno di tenere vivo il discorso su Gaza. Il cessate il fuoco non è un cessato il genocidio. A Gaza si continua a morire: trecento persone sono state uccise dopo il cessate il fuoco. La situazione è drammatica: Israele ha fatto saltare le fognature, non ci sono più case, le persone si ammalano e muoiono.” La denuncia dello storico si allarga poi al modo in cui la tragedia di Gaza viene rappresentata, o in molti casi occultata, dai mezzi d’informazione. Secondo Montanari, la cosiddetta pace trumpiana ha avuto una precisa funzione narrativa: “È servita a far sì che i media mainstream parlassero di Gaza molte righe sotto il delitto di Garlasco, per venire all’Italia. È calato un vero e proprio oscuramento.” Dalla crisi mediorientale il discorso scivola poi verso il panorama culturale italiano, sollecitato dalle recenti dichiarazioni di Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura, secondo cui “la sinistra “strumentalizza Pasolini” e lo scrittore sarebbe stato “fascista”. Montanari reagisce con durezza: “Sono veramente imbarazzanti, in malafede, ignoranti e violenti. Dire questo di Pasolini è profondamente violento.” Lo storico ricostruisce il contesto biografico e intellettuale dell’autore friulano, respingendo l’idea di una sua adesione al fascismo: “Pasolini ha detto di se stesso che, da ragazzo, non vedeva il fascismo perché ci era cresciuto dentro, come i pesci non vedono l’acqua. Ma da adulto lo ha combattuto in tutti i modi: con i suoi film, le poesie, gli articoli, l’opera intera. Per lui il fascismo era la nevrosi della borghesia, la nevrosi del capitalismo.” Montanari ricorda come, all’inizio degli anni Settanta, Pasolini avesse individuato nel consumismo una forma di oppressione persino più radicale del fascismo storico: “Diceva che il consumismo avrebbe fatto ciò che il fascismo non era riuscito a fare: cambiare gli italiani dentro, trasformarne l’ethos. Chiamare ‘fascismo’ il consumismo capitalista era per lui la condanna più alta possibile.” E si sofferma anche su un fenomeno che considera sintomatico: l’appropriazione simbolica di Pasolini da parte dell’estrema destra. “CasaPound ha 88 eroi, tra cui Gramsci e Pasolini. Perché 88? Perché l’otto è la lettera H, l’ottava dell’alfabeto: 8-8 significa ‘Heil Hitler’. Bisogna ricordarsi i giochi di questi signori.” L'articolo Montanari a La7: “A Gaza c’è ancora un genocidio a bassa intensità”. E sulla destra che rivendica Pasolini: “Ignoranti e violenti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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