L’attrice comica Valentina Barbieri, che per lo show della Gialappa ha prestato
volto e voce a personaggi come Chiara Ferragni, Michelle Hunziker e Giulia De
Lellis, ha comunicato la scorsa settimana ai fan che si è dovuta fermare: Sono
stati mesi di fortissimo stress. Il mio corpo ha chiesto uno stop e ora è giusto
ascoltarlo”.
L’attrice è poi riapparsa sui social per spiegare meglio il suo stato d’animo
durante la degenza in ospedale: “Tachicardia, respiro corto, mal di testa,
sangue, febbre, pianti, panico. Queste sono solo alcune delle immagini offuscate
che ricordo del giorno in cui sono stata ricoverata d’urgenza al pronto soccorso
per anemia. ‘Ti dobbiamo tenere qui’. Queste le uniche parole che continuava a
ripetere il medico”.
E ancora: “Thomas (Basilico, il fidanzato attore e content creator, ndr) se lo
aspettava. Aveva capito fin da subito che non sarebbe stata una semplice visita
e così, di nascosto, aveva già preparato uno zaino con l’essenziale: un pigiama
e qualcosa per lavarmi. Io pensavo solo: perché a me? Che cosa mi sta accadendo?
Mi sentivo inerme. Ero in preda al terrore, che sfogavo continuamente col
pianto. Da lì sono iniziati questi 13 giorni in ospedale. Tredici“.
“13 giorni di preoccupazione, di rassegnazione, 13 giorni di cure e di amore. –
ha continuato – 13 giorni di sveglie alle 6 del mattino con il classico:
“dobbiamo fare il prelievo” (e potete immaginare quanto suoni bene dirlo ad
un’inguaribile agofobica). Una delle cose che mi ha emozionata di più è stata,
dopo giorni, sentirmi stabile sulle mie gambe, sentirmi rinascere, piano piano”.
La Barbieri ha poi aggiunto: “In ospedale ho avuto il tempo di soffermarmi su
quelle piccole cose che, presi come siamo a correre ogni giorno più velocemente
del nostro stesso battito cardiaco, spesso non notiamo nemmeno. Mi sono
emozionata per il calore dei raggi del sole che entravano dalla finestra, per il
sapore di una fetta di ciambellone la mattina dopo giorni di digiuno, per i
volti così belli dei miei familiari venuti a trovarmi, per le infermiere che mi
tenevano la mano”.
E infine: “Non vi nego che ho ancora paura. Quello che mi è successo è stato
forte. Ora sono fuori, ma devo stare a riposo per riprendermi al meglio. Dovrò
fare altri accertamenti, ma sono fiduciosa. Ringrazio il mio ragazzo, le nostre
famiglie, i medici, gli infermieri, i donatori. Mi ritrovo a scrivere tutto
questo con le lacrime agli occhi, ma ci tenevo ad esprimere la mia enorme
gratitudine nei vostri confronti. Vi assicuro che mi avete inondata di amore. Ho
ricevuto messaggi da chiunque, scusate se non sono riuscita a rispondere a
tutti. Il vostro affetto è prezioso e non lo dimenticherò mai. Tornerò presto”.
L'articolo “Mal di testa, sangue, febbre, pianti, panico. Ecco perché sono stata
ricoverata d’urgenza al pronto soccorso per anemia”: Valentina Barbieri riappare
sui social proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Quasi due ospedali su 10, tra pubblici e privati, sono rimandati sulla base
della valutazione di criteri standard di qualità dell’assistenza. La maggioranza
si trovano al Sud. Il quadro emerge dal Piano nazionale esiti 2025 curato
dall’Agenas: in totale sono 198 le strutture rimandate su 1117 esaminate (quasi
il 20%) e che dovranno essere sottoposte a un processo di revisione della
qualità tramite audit. Il report è stato presentato oggi al ministero della
Salute. Lo scorso anno gli ospedali rimandati erano stati 239: 68 di tali
strutture hanno superato la criticità, mentre 26 nuove strutture sono state
identificate quest’anno.
In particolare gli ospedali rimandati per la revisione degli standard di qualità
sono: 51 in Campania, 43 in Sicilia, 19 nel Lazio, 19 in Puglia, 14 in
Lombardia, 11 in Calabria, 10 in Sardegna, 7 in Piemonte, 5 in Abruzzo, 5 in
Basilicata, 3 in Liguria, 2 in Veneto, 2 nelle Marche, 2 in Toscana, 1 in
Molise, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 P.A. Bolzano, 1 in Emilia Romagna, 0 in
Val d’Aosta, 0 P.A. Trento, 0 in Umbria, per un totale di 197 strutture. In
particolare, segnala Agenas, “le strutture che mostrano livelli bassi o molto
bassi di aderenza agli standard di qualità sono risultate 14: si tratta di
piccole realtà ospedaliere valutate su poche aree cliniche, mentre nessuna tra
le strutture plurispecialistiche più grandi mostra situazioni di gravi
criticità”. Al tempo stesso, continua Agenas, “le strutture che ottengono
livelli di valutazione alti/molto alti su tutte le aree valutate sono di poco
superiori al 10 per cento di quelle complessivamente analizzate”, e sono pari a
189 strutture su 117 valutate.
“In linea generale quindi – afferma l’Agenas – pare evidenziarsi un
miglioramento generalizzato nella quasi totalità delle Regioni e Provincie
Autonome”. In particolare, l’88% degli audit segnalati riguarda problematiche
relative a livelli molto bassi di aderenza agli standard di qualità, l’11% è
invece legato ad anomalie di codifica delle informazioni cliniche. Il maggior
numero di segnalazioni per criticità riguarda l’area ‘gravidanza e parto’
(52,7%delle richieste di percorsi di audit, prevalentemente per motivi legati a
bassi livelli di aderenza agli standard per la proporzione di parti cesarei) e
l’ambito cardiocircolatorio (22,1%delle richieste totali di audit, con criticità
soprattutto in relazione alla tempestività di accesso all’angioplastica). Per
l’area osteomuscolare, la quasi totalità delle criticità riguarda la
tempestività di intervento a seguito di frattura del collo del femore nei
pazienti over 65.
GLI OSPEDALI MIGLIORI IN ITALIA
Sono 15 le strutture ospedaliere in Italia che, valutate su almeno 6 aree
cliniche su un totale di 8 prese in considerazione, hanno raggiunto nel 2024 un
livello ‘alto’ o ‘molto alto’. Due di queste sono le strutture che però
registrano la massima valutazione considerando tutte e 8 le aree indicate:
l’Ospedale di Sivigliano in Piemonte e l’Ospedale di Mestre in Veneto. Si
concentrano soprattutto in Lombardia (con 5 strutture di livello alto/molto alto
valutate su 6 o 7 aree), Veneto (3 strutture valutate su 6, 7 o 8 aree) ed
Emilia Romagna (2 strutture valutate su 6 e 7 aree).
Le 8 aree cliniche considerate per la valutazione sono: cardiocircolatorio,
nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e
parto, osteomuscolare, nefrologia. Nell’elenco compaiono anche Umbria, Toscana,
Marche e Campania (una struttura per ciascuna regione): Ospedale Bolognini
(Lombardia), 6 aree valutate; Ospedale di Montebelluna (Veneto), 6 aree
valutate; Ospedale Bentivoglio (Emilia Romagna), 6 aree valutate; Ospedale di
Città di Castello (Umbria), 6 aree valutate; Ospedale Maggiore di Lodi
(Lombardia), 7 aree valutate; Fondazione Poliambulanza (Lombardia), 7 aree
valutate; Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia), 7 aree valutate; Istituto
clinico Humanitas (Lombardia), 7 aree valutate; Ospedale di Cittadella (Veneto),
7 aree valutate; Ospedale Fidenza (Emilia Romagna), 7 aree valutate; Pof Lotti
Stabilimento di Pontedera (Toscana), 7 aree valutate; Stabilimento Umberto I –
G.M. Lancisi (Marche), 7 aree valutate; A.O.U. Federico II di Napoli (Campania),
7 aree valutate; Ospedale di Savigliano (Piemonte), 8 aree valutate; Ospedale di
Mestre (Veneto), 8 aree valutate.
MIGLIORANO GLI ESITI PER LE OPERAZIONI AL FEMORE, DIMINUISCONO I CESAREI
La qualità delle strutture sanitarie in Italia migliora, ma il sistema rimane
segnato da forti diseguaglianze territoriali e da un divario Nord-Sud (ad
esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto,
sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza
clinica in area materno-infantile). Migliorano gli esiti per le operazioni al
femore negli over65 entro le 48 ore. In miglioramento anche l’appropriatezza
clinica per i tagli cesarei primari che sono in lieve calo (dal 25% nel 2015 al
22% nel 2024), ma con forti differenze Nord-Sud: Nord più vicino agli standard
Oms (15%), Sud con valori mediani spesso al di sopra del 25%. Minore ricorso al
taglio cesareo nelle strutture pubbliche e in quelle ad alto volume. Inoltre, i
parti vaginali dopo taglio cesareo sono in aumento dall’8% al 12%, ma con
livelli ancora molto bassi al Sud.
Complessivamente, sottolinea Agenas, “emerge il quadro di un sistema sanitario
in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i
dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti,
indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili”. La
concentrazione dei casi complessi in centri ad alto volume è migliorata in molti
ambiti, rileva l’agenzia, ma “persistono criticità”. Nella Chirurgia oncologica,
emerge che il trattamento del tumore della mammella sia “in forte
miglioramento”: la casistica trattata in strutture ad alto volume è passata dal
72% nel 2015 al 90% nel 2024. Miglioramenti significativi anche nella
concentrazione degli interventi in strutture ad alto volume per tumore del colon
(dal 69% al 73%), prostata (dal 63% all’82%) e polmone (dal 69% all’83%). Quadro
in miglioramento per le resezioni pancreatiche (dal 38% al 54%), ma con livelli
critici nelle regioni del Sud e nelle Isole, in cui si concentra in strutture ad
alto volume solo il 28% della casistica trattata.
L'articolo Sanità, report Agenas: la lista dei migliori ospedali d’Italia, due
su 10 rimandati. Forte divario Nord-Sud proviene da Il Fatto Quotidiano.
Federica Pellegrini ha pubblicato sui social uno scatto con la figlia Matilde
all’interno di una camera d’ospedale. La campionessa di nuoto, diventata mamma a
gennaio del 2024, ha spiegato ai suoi follower di aver vissuto momenti terribili
nelle ultime ore. “Caro diario… Quando succedono queste cose capisci che il
resto è tutto superfluo”, inizia così il post.
E ancora: “È la terza volta che capita e ogni volta è perdere anni e anni di
vita in spaventi! Convulsioni febbrili, le si alza la temperatura velocemente,
questa volta stava dormendo quindi non abbiamo messo la Tachipirina subito e
dopo un minuto è andata in blocco. Occhi in su, testa indietro e respiro che
pian piano si fermava”.
Poi ha continuato: “L’abbiamo ridestata dopo pochissimo (ma mi è sembrata una
vita)con un asciugamano bagnato, cercando di abbassare la temperatura. Mia mamma
le ha cantato tutte le canzoncine che sapeva in direzione ospedale per tenerla
sveglia ed eccoci qui. Da ieri”.
In fretta e furia si è presentato anche Matteo Giunta: “È arrivato il Pappo
diretto dalla Polonia di corsa e siamo qui per lei. Aspettando di tornare a
casa. E appena starà meglio faremo tutti gli accertamenti del caso ovviamente e
speriamo non capiti più cuore mio”.
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> Un post condiviso da Federica Pellegrini (@kikkafede88)
L'articolo “Convulsioni febbrili. Ogni volta è perdere anni e anni di vita in
spaventi”: Federica Pellegrini terrorizzata per la figlia Matilde, ricoverata in
ospedale proviene da Il Fatto Quotidiano.
Uno dei volti di punta del programma di successo di TV8 “Gialappa Show” ha
subito un ricovero in ospedale. La comica Valentina Barbieri, che per lo show
della Gialappa ha prestato volto e voce a personaggi come Chiara Ferragni,
Michelle Hunziker e Giulia De Lellis, ha comunicato ai fan che si è dovuta
fermare.
Una story su Instagram con un pigiama e sul letto in ospedale e poi ma sentite
parole: “Ciao Amici, mi dispiace essere così assente ultimamente”, ha scritto
l’attrice comica.
E ancora: “Sono stati mesi di fortissimo stress e ovviamente il mio corpo ha poi
chiesto il conto. Ho passato una settimana terribile, forse ora sta procedendo
meglio. Tra pianti e preoccupazioni, non mi sembrava il caso di mostrarvi le mie
condizioni“.
“Riemergo solo ora, dopo giorni passati qui. – ha continuato – Sono sotto le
mani di bravissimi medici e infermieri e sono fortunata ad avere vicino il mio
fidanzato e le nostre famiglie. Nulla è scontato”.
La Barbieri poi ha precisato: “Non so per quanti giorni sarò ancora qui, so solo
che il mio corpo ha chiesto uno stop e ora è giusto ascoltarlo. Tornerò presto,
mi mancate. Vi voglio bene”.
Valentina Barbieri è fidanzata con l’amore e content creator Thomas Basilico.
L'articolo “Sono stati mesi di fortissimo stress. Il mio corpo ha chiesto uno
stop e ora è giusto ascoltarlo”: Valentina Barbieri, comica del Gialappa Show,
in ospedale proviene da Il Fatto Quotidiano.
Sono morti entrambi alla stessa ora e si trovavano accanto nella sala mortuaria.
E così le salme di due anziani sono state scambiate al momento della prima
consegna. Il caso è avvenuto martedì 2 dicembre all’ospedale Maria Santissima
Addolarata di Biancavilla, vicino Catania. Le pompe funebri hanno ricevuto dal
nosocomio il nullaosta per avviare le loro procedure e riportare a casa della
famiglia uno dei due corpi. L’altro cadavere, di un uomo celibe e senza parenti
che potessero accorgersi dello scambio, è rimasto in ospedale dove è stato
raggiunto da Don Agrippino Salerno. Recatosi lì per la benedizione, il parroco
della Chiesa Madre del paese si è accorto subito dello scambio in quanto gestore
della casa di riposo in cui l’anziano era stato a lungo ricoverato.
Il curato ha puntualizzato al Tgr Sicilia: “Uno era alto un metro e novanta
centimetri, l’altro un metro e sessantacinque, la persona che conoscevo aveva 90
anni e l’altra 75”. Intanto l’ospedale si è detto disponibile a chiarire il
disguido e ha disposto una radiografia per identificare incontestabilmente i due
cadaveri. Ma rifiuta ogni addebito di responsabilità. Dalle parole della Asp
Catania si precisa che la riconsegna è avvenuta “nel pieno rispetto delle
procedure previste e delle normative vigenti” – sottolineando che – “sono stati
scrupolosamente applicati tutti i protocolli e documentata ogni fase. Eventuali
disguidi o problematiche emerse successivamente alla riconsegna non possono
essere attribuiti all’ospedale che ribadisce di non avere alcuna
responsabilità”. L’azienda di onoranze funebri, ricontattata, ha proceduto a
scambiare i vestiti delle due salme.
L'articolo Consegnano la bara a casa dei parenti, ma è il morto sbagliato: ad
accorgersene è stato il prete proviene da Il Fatto Quotidiano.
A Vibo Valentia trascorrono in media 35 minuti tra la chiamata al 118 e l’arrivo
dell’ambulanza. Un tempo d’attesa troppo lungo per delle richieste di emergenza,
tenendo conto che il target nazionale nelle linee guida è di 18 minuti. Ma quasi
un’azienda sanitaria su due ha tempi di attesa superiori ai 20 minuti. Che la
sanità pubblica italiana presenti delle rilevanti discrepanze tra le Regioni –
in particolare tra Sud e Nord – è noto. E questo riguarda anche l’attesa di
un’ambulanza. A Trieste ad esempio passano in media solo 12 minuti tra la
chiamata e l’arrivo del mezzo di soccorso. Sono alcuni dati che emergono
dall’ultimo report sulle performance di Asl e ospedali stilato da Agenas,
l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il quadro che ne viene
fuori dal rapporto – anticipato da Repubblica e La Stampa – evidenzia un
miglioramento degli screening, ma tempi di attesa per interventi e Pronto
soccorso che restano critici.
L’ATTESA DI UN’AMBULANZA
In Italia 41 aziende sanitarie su 110 i tempi di attesa medi per l’arrivo di
un’ambulanza superano i 20 minuti. In fondo alla classifica c’è proprio l’Asl di
Vibo Valentia con il suo primato negativo di 35 minuti. Poco sotto, con mezz’ora
di attesa, ci sono le altre aziende sanitarie calabre di Reggio Calabria e
Catanzaro. Non va meglio nelle isole: in Sardegna, a Oristano, l’attesa media di
un’ambulanza è di 26 minuti, in Sicilia a Messina è di 25. Ma non va meglio
nella Capitale dove i tempi sono sopra i 20 minuti: 24 all’Asl di Roma 5, 22
minuti a Roma 6. I dati peggiori sono quelli delle Aziende sanitarie più
piccole. Dal report emerge che l’Asl con i tempi di attesa delle ambulanze più
bassi è quella Giuliano Isontina (Trieste e Gorizia) con 12: seguono poi
Piacenza, Chiavari, Reggio Emilia, Parma, Genova, con 13 minuti.
LE ATTESE AL PRONTO SOCCORSO
Non solo ambulanze. Gli ospedali italiani continuano a mostrare criticità
sull’accessibilità, con tempi di attesa e permanenze in Pronto soccorso ancora
distanti dagli standard. La percentuale di accessi con permanenza oltre le 8 ore
conferma una sofferenza in particolare per il Policlinico di Tor Vergata di
Roma: qui riguarda il 25,1%, cioè un paziente su 4. Al Sant’Andrea sempre a Roma
è del 23,6% mentre all’Aou di Cagliari attende più di 8 ore in Pronto soccorso
il 23% dei pazienti. Totalmente distanti i dati di altri ospedali: al San Carlo
di Potenza riguarda l’1% degli accessi al pronto soccorso. Il 2,9% a Padova.
I PAZIENTI CHE ABBANDONANO IL PRONTO SOCCORSO
C’è poi il tema di chi lascia il Pronto soccorso, probabilmente anche per i
lunghi tempi di attesa. Dal Cervello di Palermo abbandona il 24% dei pazienti,
dall’ospedale dei Colli di Napoli il 23%, dal Civico e dal Giaccone di Palermo
il 18%, da Tor Vergata il 15%. Tutte strutture che hanno anche dati negativi
sulla permanenza oltre le 8 ore al Pronto soccorso. Al contrario, nell’azienda
ospedaliera Santa Maria di Terni il tasso di abbandono è dello 0,3%; l’1% a
Padova e l’1,2% al Policlinico San Matteo di Pavia.
MIGLIORANO GLI SCREENING
Tra gli aspetti positivi dei dati presentati da Agenas, c’è il miglioramento
degli screening. Per quanto riguarda il programma di diagnosi della mammella al
top troviamo l’Asl di Asti con l’82,5% seguita dall’Asl di Ferrara e dall’Asl di
Trento. I dati peggiori nelle Asl di Bari, Catanzaro e Cosenza. Per lo screening
della cervice in testa c’è l’Asl di Imola cui segue Modena e Brianza. Dati
peggiori per l’Asl di Cosenza, Sulcis e Alto Adige. Sullo screening al colon
dati migliori per l’Asl di Aosta, seguita da Polesana e Alessandria. Performance
peggiori per l’Asl di Bari, Cosenza e Foggia.
ASSISTENZA DOMICILIARE E INTERVENTI
Per la presa in carico dell’assistenza domiciliare in testa per il tasso di
pazienti in Adi c’è l’Ulss Polesana, l’Asl Molise e l’Asl di Teramo. In coda c’è
invece Catanzaro, Gallura e Bari. Per gli interventi di protesi d’anca entro 180
giorni, le performance migliori si registrano al San Giovanni di Roma, agli
Spedali Civili di Brescia e all’Aou di Padova con percentuali superiori al 94%,
mentre le peggiori a Catanzaro, Cagliari e Brotzu. Per gli interventi oncologici
alla mammella (entro 30 giorni), troviamo al top realtà come l’Ao Pisana, Modena
e Verona. I ritardi maggiori, invece, si riscontrano nuovamente al Brotzu,
Cagliari e Perugia con dati inferiori al 20%. Per quanto riguarda invece gli
interventi per tumore al colon (entro 30 giorni) in testa ci sono gli Spedali
Civili di Brescia, Padova e San Gerardo. Dati negativi per l’Ao Papardo,
Dulbecco e Cannizzaro di Catania. La fotografia scattata da Agenas pertanto
presenta dei miglioramenti ma ancora tante criticità e difficoltà.
L'articolo A Vibo Valentia si attende un’ambulanza in media per 35 minuti: a
Trieste arriva in 12. I dati del report di Agenas proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Apprensione nel mondo del cinema. Nuovo ricovero per Brigitte Bardot. L’attrice
francese, 91 anni, “si trova nell’ospedale Saint-Jean di Tolone da una decina di
giorni”, rivela il giornale Var-Matin, citando proprie fonti. Bardot era già
stata ricoverata per tre settimane il mese scorso, quando era stata sottoposta a
un intervento chirurgico “nel quadro di una malattia grave”, ricorda il sito.
Dunque Brigitte Bardot, icona del cinema francese è di nuovo ricoverata in un
ospedale di Tolone, nel sud della Francia, non lontana da Saint-Tropez, dove si
trova la casa in cui abita.
L’attrice è stata costretta un pò più di un mese fa a lasciare la sua grande
casa, nota come La Madrague, per essere ricoverata nello stesso ospedale di
Tolone. In quei giorni, dopo la pubblicazione di una notizia sulla sua morte che
ha obbligato la Bardot ad uscire dal silenzio, si parlò di un “intervento
chirurgico nel quadro di una grave patologia“.
Qualche giorno dopo, però, l’attrice è rientrata nella casa di Saint-Tropez
rassicurando i fan sulle sue condizioni di salute: “Sto bene – aveva detto – non
so chi sia stato l’imbecille che ha lanciato questa fake news sulla mia
scomparsa, ma sappiate che sto bene e che non ho intenzione di congedarmi”.
Poi il nuovo ricovero anche se da parte della famiglia vige il riserbo più
stretto sui motivi.
L'articolo Brigitte Bardot di nuovo ricoverata in ospedale. Poco più di un mese
fa ha subito un intervento chirurgico e aveva rassicurato tutti: “Sto bene”
proviene da Il Fatto Quotidiano.
List of some of the severest Israeli attacks on the healthcare system in Gaza since October 23, 2023.